Ma non è stato facile! Ho tanto lottato, pianto e mi sono disperata con l'endocrinologa che mi seguiva, in quanto era convinta che non potessi allattare in nessun caso (facendo la cura secondo lei davo alla bambina un farmaco pericolosissimo, non facendola la riempivo dei miei ormoni in eccesso!!). La situazione per lei non è cambiata neppure quando le ho parlato del propiltiuracile, il farmaco alternativo (in gravidanza va bene, mi ha detto, ma in allattamento è come il tapazolo!!). E quando le ho accennato alla documentazione su quel farmaco, ha concluso minacciando di non curarmi più se non avessi tolto il latte, perché la mia bambina era “troppo grande per ricevere ancora il latte materno”. Intanto Helèna (la mia piccolina) trascorreva giorni terribili, perché io cercavo di negarle il seno il più possibile e lei non capiva e si innervosiva.
A questo punto mi sono decisa a consultare un altro endocrinologo. Le posizioni della dottoressa mi sapevano tanto di "questioni di principio": mi accusava di essere troppo indulgente con la bambina, di viziarla, di non volere il suo bene. Il nuovo medico mi ha visitato, confermandomi un importante ipertiroidismo e la terapia prescrittami.
Ma alla mia obiezione: “Dottore, io sto ancora allattando la mia bambina!” lui ha risposto: “Ma signora, stia tranquilla! Con questa dose di farmaco può allattare tranquillamente! La parte di farmaco che passa nel latte è davvero infinitesimale.”
È stato forse il più bel giorno della mia vita!
Adesso Helèna è ritornata serena. Mi abbraccia continuamente, mi riempie di bacini ed io mi sento la mamma più felice del mondo! Certo, cerco di ritardare di 3-4 ore la poppata dopo l'assunzione del farmaco (come mi è stato consigliato dall'istituto Mario Negri ), ma la mia bambina è già grande e di questo non ne soffre. Io ti voglio ringraziare infinitamente, perché grazie a te e a La Leche League ho trovato la forza e le informazioni giuste per andare avanti sulla strada migliore e per non negare alla mia bambina qualcosa che ancora a lei serve.