di Heidi J.Kalkwarf, da Breastfeeding Abstracts Agosto 1996, pubblicato in L’allattamento moderno n. 17, Inverno 1997-98.
L’allattamento determina un grande stress del sistema regolatore del calcio nell’organismo poiché le donne che allattano perdono circa 210 mg di calcio al giorno nel latte prodotto dal seno. Le donne che allattano inoltre vivono un prolungato periodo di amenorrea post partum durante il quale sono relativamente ipoestrogeniche (ossia presentano nel sangue un’insufficiente quantità di follicolina, l’ormone il cui compito fisiologico è provocare la proliferazione della mucosa uterina prima dell’ovulazione, n.d.r.). In teoria sia la diminuzione del calcio che l’amenorrea potrebbero contribuire a determinare danni alle ossa durante l’allattamento, se non ci fossero in realtà meccanismi di compensazione fisiologica per conservare il calcio e se la capacità di assorbimento del calcio non aumentasse.
Se il calcio sia conservato o no durante l’allattamento è stato il tema di diverse recenti ricerche. Due potenziali meccanismi di conservazione del calcio sono l’incremento del riassorbimento del calcio a livello renale (che risulterebbe dalla minore escrezione di calcio nelle urine) e l’aumentato assorbimento intestinale di calcio dal cibo. Gli studi mostrano che la minore escrezione urinaria può realmente essere un modo in cui le donne che allattano mantengono il calcio. Alcuni casi dimostrano che la conservazione renale di calcio continua per diversi mesi dopo che l’allattamento è cessato.
È stato supposto che la quantità di calcio assunta dal cibo sarebbe incrementata, nelle donne che allattano, per venire incontro alle necessità dovute alla produzione di latte, dal momento che questo tipo di compensazione è stata dimostrata per altre specie animali durante l’allattamento e per la donna durante la gravidanza. Studi recenti hanno comunque accertato che l’assorbimento intestinale di calcio non aumenta nella specie umana durante l’allattamento. Attraverso specifiche metodiche di laboratorio (doppio isotopo costante) è stato accertato che l’assorbimento intestinale del calcio è identico nelle donne che allattano rispetto a quelle che non allattano. Curiosamente, invece, aumenti nell’assorbimento intestinale del calcio sono stati riscontrati in donne che da due mesi avevano cessato di allattare.
È probabile che l’estrogeno giochi un ruolo importante nella regolazione degli incrementi di assorbimento del calcio; nelle donne in cui è ripreso il ciclo mestruale mentre ancora stavano allattando, è aumentato infatti anche l’assorbimento del calcio.
Diversi recenti studi hanno accertato che le donne che allattano perdono il 4-6% del contenuto minerale osseo e della densità ossea in alcuni siti scheletrici durante i primi 3 o 6 mesi di allattamento. Questa perdita ossea non è stata associata con il calcio assunto con l’alimentazione e si verificava persino quando le donne stavano seguendo diete ipercalciche. Durante l’allattamento esse consumavano una media di 283 mg di calcio al giorno. Persino in questo gruppo di donne il calcio supplementare non preveniva la perdita ossea durante l’allattamento. In teoria donne che hanno diete povere di calcio dovrebbero beneficiare al massimo del calcio supplementare assunto. Sono in corso ulteriori studi per definire se l’integrazione di calcio possa aiutare o meno a ridurre al minimo la perdita ossea nelle donne di razza caucasica, che sono ad alto rischio di osteoporosi.
Sebbene le ossa si impoveriscano durante l’allattamento, la casistica recente indica che gran parte di questa perdita viene recuperata dopo lo svezzamento.È probabile che il ripristino delle funzioni ovariche post partum favorisca questo cambiamento nelle ossa. Donne che allattano interamente al seno e per le quali riprende il ciclo mestruale sei mesi dopo il parto, hanno un minore calo netto della componente minerale ossea rispetto a quelle che allattano ancora in condizioni di amenorrea in quello stesso periodo. Il ripristino fisiologico osseo dopo lo svezzamento o la ripresa del ciclo mestruale sembrano accadere rapidamente. Interesse è stato espresso riguardo al recupero dello stato fisiologico delle ossa in donne che restano incinte poco dopo aver cessato l’allattamento al seno, poiché la richiesta di calcio è ancor più elevata durante la gravidanza. Sowers e i suoi collaboratori hanno dimostrato che donne che affrontano una gravidanza poco distanziata da un prolungato allattamento non hanno densità ossea alterata.
Un altro esempio a riprova che il recupero osseo è completo, deriva dagli studi epidemiologici dei fattori di rischio per fratture da osteoporosi in donne anziane. Gli studi epidemiologici hanno accertato che l’allattamento di per sé non è associato ad un accresciuto rischio di osteoporosi in tarda età. Infatti, se si considerano la parità e altri fattori di rischio, alcuni dati suggeriscono che l’allattamento possa attualmente essere piuttosto una protezione contro le fratture dell’anca.
Qual è il ruolo di questa transitoria carenza ossea durante l’allattamento?
È probabile che le ossa si procurino una riserva di calcio facilmente accessibile da utilizzare poi per venire incontro alle necessità di produzione del latte; non si esclude che esistano meccanismi deputati alla ricostituzione del livello osseo fisiologico dopo che l’elevata richiesta di calcio legata all’allattamento è cessata. Storicamente i nutrizionisti raccomandavano alle donne che allattavano di consumare calcio supplementare per compensare la perdita di questo minerale nel latte materno. Oggi la Razione Giornaliera Raccomandata per le donne che allattano è di 1200 mg al giorno rispetto agli 800 mg al giorno previsti per le donne che non allattano e non sono in gravidanza. Per stabilire le richieste di nutrienti sono stati usati più approcci, ma mettere in relazione fabbisogno dietetico e conseguenze funzionali ha diversi vantaggi. Due conseguenze funzionali che l’assunzione di calcio può determinare sono la concentrazione di calcio nel latte materno e il contenuto di minerali nelle ossa della madre. Numerosi studi hanno dimostrato che l’assunzione giornaliera di calcio attraverso il cibo non influenza la concentrazione di calcio nel latte materno.
Sebbene la maggior parte dei casi studiati dimostri che l’assunzione quotidiana di calcio non previene l’impoverimento delle ossa durante l’allattamento, non è chiaro se maggiori dosi di calcio possano ridurre al minimo la perdita ossea durante l’allattamento o facilitare il ripristino fisiologico osseo dopo che l’allattamento è cessato.
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Traduzione di Daniela Canali