Di K.G. Dewey, R.J. Cohen, L. Landa Rivera et al., Pediatr Res 1996; 39; 303-7, da Breastfeeding Abstracts, Agosto 1996
L’osservazione che i bambini allattati interamente al seno crescono di peso meno rapidamente di quelli alimentati con formula in polvere dopo i primi due o tre mesi, ha portato alcuni a teorizzare che il latte umano possa non venire incontro alla richiesta di proteine nei bambini in questa età. Questo studio ha analizzato l’effetto di una superiore assunzione di proteine sulla percentuale di crescita dei bambini allattati al seno.
Lo studio è stato condotto fuori dai due ospedali pubblici di San Pedro Sula in Honduras. I soggetti presi in esame erano di basso reddito, donne primipare che avevano dato alla luce figli sani e a termine. Durante i primi quattro mesi il supporto all’allattamento era stato tale da promuovere l’allattamento esclusivamente al seno. Le donne che a quattro mesi dalla nascita allattavano ancora esclusivamente al seno vennero assegnate a caso ad uno dei tre gruppi: il gruppo di controllo dei bambini allattati esclusivamente al seno (EBF), il gruppo del cibo solido con allattamento a richiesta (SF) e il gruppo del cibo solido con allattamento al seno nella stessa percentuale precedente all’introduzione di cibi solidi (SF-M).
I dati riguardanti la quantità di latte materno e la sua composizione sono stati raccolti per un periodo da tre giorni a quattro mesi, mentre i soggetti interessati dall’indagine si trovavano in un'unità centrale. La quantità di latte ingerita nell’arco di 24 ore è stata calcolata in base al peso del bambino prima e dopo ogni pasto per un intervallo di 48 ore, correggendola per l’impercettibile perdita di acqua durante i pasti. Seguendo la misurazione della quantità di liquido ingerito i campioni di latte umano sono stati raccolti per 24 ore. I campioni proporzionali al volume di latte emesso (tirato con il tiralatte) sono stati congelati e in un secondo tempo analizzati per constatare la concentrazione di proteine e di energia (calorie) fornita dal latte umano. L’assunzione di nutrienti da cibo solido (una preparazione di riso e rosso d’uovo) è stata calcolata in base ai valori forniti dai fabbricanti.
Dopo che la raccolta dei dati fu completata, nei gruppi SF e SF-M furono introdotti i cibi solidi. In questi gruppi le madri vennero mandate a casa con istruzioni di nutrire i propri figli con cibi solidi due volte al giorno: esse vennero visitate settimanalmente tra 16 e 26 settimane, per l’accertamento della crescita e delle condizioni sanitarie, la distribuzione di cibo per i bambini e le istruzioni per l’alimentazione. I soggetti analizzati tornarono all’unità centrale dopo 21 e 26 settimane per la misurazione della crescita avvenuta. I pesi dei bambini furono misurati nelle settimane 1,2,6,10 e 14 e ogni settimana tra la ventunesima e la ventiseiesima. L’altezza dei bambini fu misurata nelle settimane 16, 21 e 26. Le madri registravano le malattie dei bambini, la frequenza e la consistenza delle feci. Per realizzare lo scopo di questo studio, i gruppi SF e SF-M furono uniti in un gruppo combinato SF, a causa della stretta somiglianza dei nutrienti assunti dai due gruppi, in confronto al gruppo EBF. L’analisi della varianza venne usata per comparare i due gruppi.
Le relazioni tra l’assunzione di proteine e la crescita vennero calcolate verificando il peso e l’altezza a 4 mesi e le feci dei bambini durante il periodo di studio. L’introduzione di cibo solido fece registrare un aumento medio del 20 % nell’apporto di proteine. Il cibo solido aveva consistentemente incrementato anche l’apporto di ferro, zinco, calcio, vitamina A e riboflavina (una delle vitamine del gruppo B e pigmento giallo al quale il siero del latte deve la sua colorazione, ndr.). Il supplemento nutrizionale non determinò alcuna significativa differenza tra i gruppi riguardo all’aumento di peso o di altezza durante il periodo di studio. Assunzione di proteine e di calorie erano strettamente correlate.
Il completo assorbimento di proteine era associato alla crescita di peso nel quinto e sesto mese ma non alla crescita in altezza dal quarto al sesto mese. L’assunzione di proteine per chilogrammo era correlata con la crescita in peso e altezza durante tutto il periodo di studio. La concentrazione di proteine nel latte materno o la percentuale di energia delle proteine del latte materno non fu correlata con la crescita dei bambini nel gruppo EBF. Quando i 20 bambini con il più alto apporto di proteine del gruppo combinato SF furono messi a confronto con i 20 bambini con simili apporti di energia del gruppo EBF, non ci furono significative differenze di crescita in peso o altezza, sebbene la differenza in apporto di proteine tra i due gruppi fosse significativa (1.46+-0.09 g/kg/die per il gruppo SF contro 1.10+-0.17 g/kg/die per il gruppo EBF, p < 001).
Questi risultati supportano un precedente studio di osservazione condotto in una zona ricca. Gli autori sostengono che la sostituzione del latte materno con cibo solido può aver costituito un fattore limitante poiché i bambini autoregolano i loro apporti di energia. La possibile minore disponibilità biologica di alcuni nutrienti potrebbe essere un ulteriore fattore limitante, ma gli autori non credono che questo sia probabile, dati gli altissimi livelli di micronutrienti contenuti nei cibi solidi in confronto al latte materno.
Traduzione di Daniela Canali