• Alcool e allattamento

    INTRODUZIONE

     

    Spesso madri e famiglie ricevono consigli e indicazioni contrastanti LLL alcool e allattamentosu quanto alcool sia possibile assumere durante l’allattamento e sugli effetti che potrebbe avere sul bambino. Mentre le evidenze scientifiche portano a suggerire alle mamme di evitare l'uso di alcool in gravidanza per non danneggiare il bambino, i rischi connessi all’assunzione di alcool durante l’allattamento non godono delle stesse attenzioni da parte della ricerca. Numerosi studi si sono concentrati sui possibili effetti del consumo di alcool sulla lattazione stessa e sul bambino, ma gli effetti a lungo termine sono ancora sconosciuti.

    L’alcool, soprattutto se consumato in grandi quantità, può causare sonnolenza, sonno profondo, debolezza e un aumento anomalo del peso nel bambino oltre a poter causare difficoltà nell’emissione di latte. Non sono stati riscontrati danni sui bambini quando la madre assume al massimo un bicchiere al giorno.

    In base alla quantità di alcool assunta, il bambino può sperimentare effetti diversi. Anche una piccola quantità di alcool può compromettere la produzione e il riflesso di emissione del latte.  

    Alcuni dei possibili effetti negativi sul bambino includono:

    • Disturbi del sonno
    • Aumento del pianto
    • Aumento della risposta agli stimoli (riflesso di Moro)
    • Aumento dei risvegli
    • Aumento della fase REM nel periodo che va dalle 3 ore e mezza fino alle 24 successive all’assunzione di alcool
    • Minore quantità di latte assunta dal bambino
    • Minore aumento di peso

    Potenzialmente, in base a quanto alcool si assume e a quanto tempo dopo averlo assunto si allatta il bambino, potrebbero presentarsi effetti più gravi. Di conseguenza, le indicazioni riguardanti alcool e allattamento stanno cambiando.

    Secondo il CDC (Centers for Disease Control), “un consumo moderato di alcool è ascrivibile al massimo a 1 bicchiere (standard) al giorno per le donne e a 2 bicchieri al giorno per gli uomini” [1].

    Ecco ulteriori dettagli.

    LactMed® [2], un database che contiene informazioni su medicinali e altre sostanze chimiche alle quali potrebbe essere esposto chi allatta, offre queste informazioni:

    “Il livello di alcool contenuto nel latte è quasi identico a quello contenuto nel sangue. La maggior concentrazione di alcool nel latte si ha dai 30 ai 60 minuti dopo averlo assunto, ma l’assunzione di cibo può ritardare il picco di presenza alcolica nel latte. Allattare dopo aver assunto 1 o 2 bicchieri (inclusa la birra) può diminuire l’assunzione di latte da parte del bambino del 20-23% e causargli agitazione e sonno disturbato. Allattare o estrarre il latte entro un’ora prima di assumere alcool potrebbe ridurre leggermente la successiva concentrazione di alcool nel latte”.

    I bambini esposti a quantità di alcool significative (0.3 g/kg calcolati sul peso corporeo del genitore) attraverso il latte materno, dormono meno (si parla sia di sonno attivo che di sonno in generale), e anche le fasi REM risultano frammentate. Siccome i bambini sono meno in grado di metabolizzare l’alcool rispetto agli adulti, a causa dell'immaturità dell'organismo, alcuni ricercatori sono convinti che la quantità di alcool assunta attraverso il latte materno possa avere effetti più forti rispetto a quelli che ha su un adulto. Nelle ricerche condotte da Mennella e Garcia-Gomez, quando l’esposizione all’alcool avviene entro 3 ore e mezza dall’assunzione di una cospicua quantità di bevande alcoliche da parte della madre, gli effetti sono più forti. Nelle 24 ore successive, il sonno continua a essere disturbato e i risvegli più numerosi. Inoltre, la ricerca ha dimostrato che, nel periodo di veglia, i bambini apparivano meno attivi [3].

    Qui di seguito una serie di domande comunemente poste dai genitori e una serie di consigli supportati dall’evidenza scientifica a nostra disposizione. A ciascuna domanda abbiamo risposto considerando nel dettaglio i possibili effetti del consumo di alcool durante l’allattamento. Infine, indichiamo alcuni suggerimenti per aumentare la sicurezza se si vuole bere alcool e si allatta (vedi “Come posso allattare il mio bambino e continuare a bere alcool occasionalmente?”).
    Estrarre e buttare il latte non rimuove l’alcool dal sangue, e dunque non avrà alcun effetto sul livello di alcool nel latte.

     

    BERE UNA BEVANDA ALCOLICA PUÒ AIUTARMI A RILASSARMI E A STIMOLARE LA MIA PRODUZIONE DI LATTE?

    Un “rimedio della nonna” sempre molto in auge che riguarda il consumo di alcool – e in particolare della birra – dice che possa aumentare la produzione di latte. Se è vero che un componente dell’orzo presente nella birra può aumentare i livelli di prolattina [4], è altrettanto vero che l’alcool stesso ha questo effetto [5]. Tuttavia, in uno studio si è visto che la produzione di latte diminuisce [6]. Inoltre, nella loro ricerca sul consumo di alcool nelle donne in allattamento, Menella e altri hanno scoperto che l'alcool inibisce il riflesso di emissione, riducendo così la quantità di latte assunta dal bambino [5].

    Di conseguenza, il bambino allattato assume meno latte del solito nel periodo che va dalle tre alle quattro ore successive all’assunzione di una moderata dose di alcool da parte della madre [7, 8, 9]. Dopo aver assunto alcool, si può avere la percezione che il bambino poppi come sempre e che le poppate abbiano la solita durata, e si può non rendersi conto che, di fatto, il bambino sta ricevendo meno latte [7]. Secondo Mennella, che si è occupata di questa ricerca per anni, “i bambini tendono ad assumere il 20% circa di latte in meno” (rispetto a bambini le cui madri non hanno assunto alcool) anche quando poppano seguendo il loro solito ritmo durante le quattro ore successive all’assunzione di alcool da parte della madre (pagg. 591-592). Anche ulteriori ricerche effettuate da Mennella e Beauchamp hanno dimostrato che i bambini esposti all’alcool consumano in media il 23% di latte in meno [9]. Mennella ha rilevato che quando le madri si tirano il latte due ore dopo l’assunzione di alcool, ottengono una quantità di latte significativamente più bassa rispetto al solito [8]. Dunque, gli studi mostrano che assumendo bevande alcoliche invece di produrre più latte per il bambino, gli effetti che si ottengono fanno sì che il bambino ne assuma meno. Perché accade questo?

    Mennella, Pepino e Teff [5] hanno scoperto che l’alcool riduce in maniera significativa il livello di ossitocina, mentre aumenta quello della prolattina. Entrambi questi ormoni influiscono sul riflesso di emissione: più è basso il livello dell’ossitocina, più la calata del latte è rallentata. Più è alto il livello della prolattina, più si allungano i tempi di questo ritardo. La combinazione degli effetti dell’alcool su questi due ormoni comporta un importante ritardo nel riflesso di emissione del latte.

     

    QUALI SONO I RISCHI PER IL MIO BAMBINO?

    In base alla quantità assunta dalla mamma e in base a quando viene allattato il bambino dopo l’assunzione di alcool, diverse ricerche [8, 9, 11, 13, 14, 15, 16] hanno rilevato che gli effetti negativi più comuni sul bambino includono:

    • Sonno disturbato, periodi di sonno più brevi, maggior tempo di veglia e minor quantità di sonno attivo e di sonno REM nelle 3-4 ore successive all’assunzione di alcool,
    • Aumento del pianto,
    • Aumento della risposta agli stimoli (spavento),
    • Aumento dei risvegli,
    • Aumento della fase REM nel periodo che va dalle 3 ore e mezza fino alle 24 ore successive all’assunzione di alcool,
    • Minore quantità di latte assunta dal bambino,
    • Ritardo della crescita,
    • Compromissione della risposta immunitaria,
    • Ritardo dello sviluppo motorio,
    • Potenziale compromissione dello sviluppo cognitivo,
    • Minore capacità di pensiero astratto in età scolastica (6-7 anni)

    L’Academy of Breastfeeding Medicine, nel suo Protocollo n. 21, afferma che il consumo di alcool durante l’allattamento può provocare numerosi effetti negativi di grado medio o grave, in base alla quantità di alcool assunta e altri fattori collegati alla velocità del corpo della madre di smaltire l’alcool [12].

    L’alcool, in quanto totalmente idro- e lipo-solubile, entra nel flusso sanguigno e nel latte umano con molta facilità [13]. La quantità di alcool presente nel latte umano dopo il consumo di un bicchiere è di circa il 95% della quantità di alcool presente nel sangue della madre.

    Una rassegna di vari studi svolta da Nonacs [14] ha dimostrato che lo sviluppo motorio dei bambini regolarmente esposti all’alcool tramite il latte materno è minore o ritardata. Quanto più alcool i bambini avevano assunto tramite il latte, tanto minori erano i punteggi ottenuti nei test volti a misurare il grado di sviluppo motorio. I bambini non sono in grado di metabolizzare l’alcool come gli adulti; i neonati riescono a metabolizzarlo a una velocità che varia dal 25% al 50% rispetto a quella di un adulto.[14]

    Le preoccupazioni riguardanti gli effetti dell’alcool sullo sviluppo cerebrale si basano sulla ricerca svolta sugli animali. Oei [15] rileva che “significativi dati sugli animali” indicano che “l’alcool potrebbe essere tossico per lo sviluppo cerebrale, soprattutto in periodi in cui lo sviluppo è molto veloce”, come accade durante tutto il primo anno di vita. Altre conseguenze del consumo di alcool possono essere deficit della memoria e della risposta inibitoria.

    Nonostante le ricerche proseguano, Haastrup, Pottegård e Damkier affermano che “i possibili effetti a lungo termine dell’alcool assunto tramite il latte materno sono sconosciuti” (p. 171).

     

    QUALI ALTRI EFFETTI DOVREI CONSIDERARE PER DECIDERE SE E QUANDO BERE?

    In base a quanto bevi, oltre agli effetti sulla tua produzione di latte e sul riflesso di emissione, potresti aspettarti qualche altro effetto su te stessa.

    L’alcool produce effetti sedativi così come alcuni effetti stimolanti. Ci sono prove che suggeriscono che le mamme che allattano metabolizzano l’alcool più velocemente rispetto a chi non allatta. È evidente poi che mangiare mentre si consuma alcool ne riduce i livelli nel sangue dopo la consumazione. Bere alcool a stomaco vuoto aumenta l’effetto dell’alcool sulla prolattina e sull’ossitocina così come sul corpo [17]. Non dovresti dormire con il tuo bambino se hai consumato alcolici, perché i tuoi riflessi naturali sono compromessi.

    Informazioni in inglese riguardo la condivisione del letto e uso di alcolici qui: https://www.basisonline.org.uk/parents-bed/https://www.llli.org/breastfeeding-info/sleep-bedshare/

    Inoltre, interferendo con il tuo riflesso di emissione di latte, l’alcool potrebbe ulteriormente diminuire la tua produzione: senza questo riflesso, il tuo bambino non può poppare e svuotare il seno in modo efficace. Quando il latte rimane nel seno, segnala al tuo corpo di ridurre la produzione. (vedere l’articolo “Anatomia di un seno al lavoro”)

     

    COME FACCIO AD ALLATTARE IL MIO BAMBINO E BERE OCCASIONALMENTE?

    Diverse fonti offrono suggerimenti da prendere in considerazione per allattare e bere con maggiore sicurezza. [19]

    • I neonati non riescono a metabolizzare bene l’alcool; se possibile, evita di bere fino a quando il tuo bambino ha almeno 8 settimane.
    • Allatta il tuo bambino appena prima di bere qualsiasi bevanda alcolica, se possibile, oppure tira il latte e conservalo.
    • Limita il tuo consumo di alcolici a uno (preferibilmente) o due bicchieri di vino (200 ml totali) oppure a una o due birre (vedi “Come viene definito un bicchiere standard” per ulteriori informazioni sulla quantità di alcolici).
    • Aspetta almeno 2 ore dopo aver bevuto un bicchiere standard prima di allattare il tuo bambino.
    • Tieni in considerazione che più bevi, più tempo impiega l’alcool per essere smaltito dal tuo corpo.
    • Se il tuo bambino ha bisogno di essere allattato prima della scadenza delle due ore, usa il tuo latte precedentemente tirato per nutrirlo.
    • Bevi del succo di frutta quando bevi alcool.
    • Mangia quando bevi alcool – rallenterà la velocità con la quale l’alcool entra nel tuo sangue.
    • “Estrai e butta il latte” solo se è necessario per avere sollievo. Finché c’è alcool nel tuo sangue, ci sarà alcool nel tuo latte.

     

    COME VIENE DEFINITO UN BICCHIERE STANDARD?

    “Un bicchiere standard” (o unità alcolica in Italia) viene definito diversamente in Paesi diversi. È importante capire che cosa significa “un bicchiere standard” se scegli di bere alcool e allattare.

    Alcuni esempi:

    Per determinare la quantità di alcool nei bicchieri standard in Europa, fai riferimento a Standard Drink Measures in Europe [20].

    Nel Regno Unito, l’NHS, (National Health Service – il Servizio Sanitario Nazionale), suggerisce l’uso di questo calcolatore di unità: https://alcoholchange.org.uk/alcohol-facts/interactive-tools/check-your-drinking/alcohol-units

    Negli Stati Uniti, l’NIH (National Institutes of Health – Istituti Nazionali per la Salute), lo definisce in questo modo [21]:

    un bicchiere standard (o una bevanda alcoolica equivalente) contiene 14 grammi di alcool puro.

    In Italia ci sono i riferimenti pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale e sul sito del Ministero della salute [https://www.epicentro.iss.it/alcol/apd2017/poster%20fronte%20retro%20tabella%20livelli%20alcolemia%20e%20principali%20sintomi.pdf]: 1 unità alcolica o bicchiere standard corrisponde a 12 grammi di alcool puro ed equivale a:

    • un bicchiere di vino (125 ml che di solito ha un contenuto alcolico del 12% circa)
    • una lattina di birra (330 ml che di solito ha un contenuto alcolico del 5% circa)
    • un aperitivo (80 ml che di solito ha un contenuto alcolico del 18% circa)
    • un bicchierino di superalcoolico (40 ml che di solito ha un contenuto alcolico del 40%)

     

    Thomas W. Hale, R.Ph. Ph.D, afferma nel suo libro “Medications and Mothers Milk” (17esima edizione, 2019):

    “L’alcool passa velocemente nel latte umano, con un rapporto plasma/latte medio di circa 1. Questo non necessariamente significa che la quantità di alcool nel latte sia alta, ma che i livelli nel plasma corrispondono a quelli nel latte. La quantità assoluta (dose) di alcool che passa nel latte è generalmente bassa ed è in funzione del livello materno. Studi precedenti, alcuni su animali, suggerivano che la birra (o più probabilmente l’orzo) potesse stimolare i livelli di prolattina. Quantità significative di alcool vengono secrete nel latte materno anche se non sono considerate dannose per il lattante, se la quantità e la durata sono limitate. La quantità assoluta di alcool trasferita nel latte è generalmente bassa.

    Livelli eccessivi possono portare a sonnolenza, sonno profondo, debolezza e diminuzione della crescita regolare del bambino. I livelli di alcool nel sangue materno devono raggiungere i 300 mg/dl prima di rilevare significanti effetti collaterali nel bambino. [ndr per compredere meglio, un livello di 80 mg/dl fa risultate positivo al test del palloncino]
    La diminuzione del riflesso di emissione del latte apparentemente dose-dipendente richiede un consumo di alcool dal 1.5 al 1.9 g/kg del peso corporeo. Altri studi riportano un ritardo psicomotorio nei lattanti delle madri bevitrici moderate (2+ bevande alcoliche al giorno). Evitate di allattare durante e nelle 2-3 ore dopo aver bevuto alcool. I forti bevitori dovrebbero aspettare più a lungo.

    In un interessante studio sull’effetto dell’alcool sull’assunzione di latte da parte di lattanti, il tasso di latte assunto dai bambini durante le 4 ore appena dopo l’esposizione all’alcool (300 mg/kg) in 12 madri era significativamente inferiore. Sono stati osservati aumenti compensatori delle poppate durante le 8-16 ore successive all’esposizione quando le madri si sono astenute dal bere.

    La capacità di metabolizzare l'alcool nell’adulto è di circa 30 ml in 3 ore, quindi le madri che assumono alcool in quantità moderate possono generalmente tornare ad allattare appena si sentono neurologicamente normali. I bevitori cronici e chi consuma periodicamente quantità eccessive di alcool non dovrebbero allattare.”

     

    CONSIDERAZIONI IMPORTANTI

    L’età di tua figlia/tuo figlio

    • Un neonato ha un fegato immaturo, e subirà maggiormente gli effetti dell’alcool
    • Fino all’età di circa 3 mesi, i bambini metabolizzano l’alcool a una velocità pari a circa il 50% di quella degli adulti
    • Un bambino più grande riesce a metabolizzare l’alcool più velocemente di uno più piccolo, ma non bene quanto un adulto

    Il tuo peso

    • Le dimensioni di una persona hanno un impatto sulla velocità di metabolizzazione dell’alcool
    • Una persona più pesante può metabolizzare l’alcool più velocemente di una più leggera

    La quantità di alcool

    Sapere che cosa significa “un bicchiere standard”

    • L’effetto dell’alcool sul bambino è direttamente correlato alla quantità di alcool assunta
    • Più alcool viene assunto, più tempo impiega l’organismo a smaltirlo. Il CDC (Center for Disease Control – Centro per il Controllo delle Malattie) afferma: “L’alcool di 1 bicchiere può essere rintracciato nel latte materno per circa 2-3 ore, l’alcool di 2 bicchieri può essere rintracciato per circa 4-5 ore, e l’alcool di 3 bicchieri può essere rintracciato per circa 6-8 ore, e così via.”

    Se mangi mentre bevi

    • Una bevanda alcolica consumata con il cibo rallenta la velocità di assorbimento dell’alcool nel flusso sanguigno.

     

    DEVO TIRARMI IL LATTE E BUTTARLO DOPO AVER BEVUTO UNA BEVANDA ALCOOLICA?

    Man mano che l’alcool lascia il tuo flusso sanguigno, lascia anche il tuo latte. Dato che l’alcool non è “intrappolato” nel latte materno (torna nel flusso sanguigno man mano che diminuisce il livello di alcool nel sangue), tirare il latte e buttarlo non lo eliminerà. Tirare il latte e buttarlo, bere molta acqua, riposare o bere caffè non accelera la velocità con cui il tuo corpo elimina l’alcool.

     

    CHE COSA DEVO FARE SE MI UBRIACO?

    Se ti ubriachi, non dovresti allattare fin quando non sarai di nuovo completamente sobria: a quel punto la maggior parte dell’alcool avrà lasciato il tuo organismo. È stato dimostrato che bere fino al punto di ubriacarsi, o sbronzarsi, influisce sul sonno dei bambini. L’impatto negativo sul sonno avviene quando i bambini vengono esposti all’alcool attraverso latte che contiene alcool al livello in cui verrebbe trovato nel latte umano un’ora dopo che un genitore abbia consumato una quantità significativa di alcool (0,3 grammi per kilogrammo del peso corporeo del genitore).

     

    LA DIPENDENZA DA ALCOOLPUÒ INCIDERE SU UN BAMBINO ALLATTATO?

    Sì. La dipendenza da alcool da parte della madre che allatta può comportare una scarsa crescita o un ritardo nella crescita del bambino. Come notato sopra, già una quantità di alcool da piccola a moderata incide negativamente sul riflesso di emissione del latte e riduce la quantità di latte assunta dal bambino. Il sonno del bambino può essere molto frammentato [21], oppure il bambino può non poppare efficacemente, causando un’assunzione minore di latte. Il bambino può addirittura soffrire di un ritardo nello sviluppo motorio. Se temi che tu o una persona che conosci stia bevendo alcool in modo eccessivo, contatta il tuo medico di fiducia o un’organizzazione autorevole a sostegno delle persone con dipendenza da alcool.

     

    SOPPESARE RISCHI E BENEFICI

    Capitano spesso situazioni in cui viene offerto dell’alcool. Forse sei fuori con degli amici, o sei uscita per un appuntamento, oppure hai avuto una settimana incredibilmente stressante e una persona cara ti offre qualche birra. Non ha importanza la situazione: potresti preoccuparti delle possibili conseguenze dell’alcool sul tuo bambino. È una buona idea soppesare i benefici dell’allattamento contro i benefici e i possibili rischi dell’assunzione di alcool. I seguenti suggerimenti potrebbero risultare utili:

    • Pianifica in anticipo
      • Se decidi di bere, pianifica il più possibile di ridurre l’esposizione del tuo bambino all’alcool; se possibile, conserva un po’ di latte materno tirato in precedenza.
      • Allattare immediatamente prima di consumare una bevanda alcolica, poi aspettare almeno tre ore prima di allattare di nuovo, ti aiuterà ad assicurarti che il tuo bambino prenda pochissimo alcool da te.
      • Se i tuoi seni si riempiono mentre aspetti che il tuo organismo smaltisca l’alcool, puoi spremere manualmente o tirare il latte, buttandolo via.
    • Alternative
      • Se pianifichi di bere più di una quantità moderata, assicurati che il tuo bambino sia affidato a una persona responsabile.
      • Se non hai voglia di partecipare a un evento in famiglia o di lavoro, parla con un amico fidato o con la Consulente de La Leche League a te più vicina in merito a i vantaggi e agli svantaggi di andarci.
      • Potresti scegliere di continuare a bere bevande non alcoliche.
      • Scambiare messaggi con una persona fidata o (se c'è), con il gruppo di mamme della tua zona con le quali ti confronti sull'allattamento, può aiutarti quando ti trovi ad un evento in cui tutti gli altri bevono.
      • Ogniqualvolta sia possibile, chiedi e accetta le offerte di aiuto che ti permettono di prenderti una piccola pausa dai tuoi compiti di genitore per concentrarti su qualcosa che ti piace fare.

     

    NOTE

    1. Centers for Disease Control (CDC). https://www.cdc.gov/alcohol/faqs.htm#excessivealcohol
    2. Retrieved 11 May 2020 da https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK501469/
    3. Mennella, J. A., & Garcia-Gomez, P. L. (2001). Sleep disturbances after acute exposure to alcohol in mothers’ milk. Alcohol 25(3) pp. 153-158. Doi: 10.1016/s0741-8329(01)00175-6
    4. Koletzko, B., & Lehner, F. (2000). Beer and breastfeeding. Advances in Experimental Medicine and Biology 478 23-8. Doi: 10.1007/0-306-46830-1_2. PMID: 11065057
    5. Mennella, J. A., Pepino, M. Y., &Teff, K. L. (2005). Acute alcohol consumption disrupts the hormonal milieu of lactating women. The Journal of Clinical Endocrinology&Metabolism 90(4) pp. 1979-1985. Doi: 10.1210/jc.2004-1593.
    6. Mennella, J. A., & Pepino, M. Y. (2008). Biphasic effects of moderate drinking on prolactin during lactation. Alcoholism: Clinical and Experimental Research 32(11) pp. 1899-1908. Doi: 10.1111/j.1530-0277.2008.00774.x.
    7. Mennella, J. A., & Beauchamp, G. K. (1993). Beer, breastfeeding, and folklore. Developmental Psychobiology, 26(8) pp. 459-466. Doi: 1002/dev.420260804
    8. Haastrup, M. B., Pottegård, A., &Damkier, P. (2013). Alcohol and breastfeeding. Basic &Clinical Pharmacology&Toxicology 114 168-173. Doi: 10.1111/bcpt.12149
    9. Mennella, J. A. (2001). Regulation of milk intake after exposure to alcohol in mothers’ milk. Alcoholism: Clinical and Experimental Research 25(4) pp. 590-593.
    10. Mennella, J. A. (1998). Short-term effects of maternal alcohol consumption on lactational performance. Alcoholism: Clinical and Experimental Research 22(7) pp 1389-1392. Doi: 10.1111/j.1530-0277.1998.tb03924.x
    11. Brown, R. A., Dakkak, H., &Seabrook, J. A. (2018). Is breast best? Examining the effects of alcohol and cannabis use during lactation. Journal of Neonatal-Perinatal Medicine, 11(4) pp. 345-356. Doi: 10.3233/NPM-17125.
    12. Reece-Stremtan, S., Marinelli, K. A., & The Academy of Breastfeeding Medicine. (2015). ABM Clinical Protocol #21: Guidelines for breastfeeding and substance use or substance use disorder, Revised 2015. Breastfeeding Medicine 10(3) pp. 135-141. Doi: 1089/bfm.2015.9992
    13. Anderson, P. O. (2018). Alcohol Use During Breastfeeding. Breastfeeding Medicine13(5) pp. 315-317. DOI: 10.1089/bfm2018.0053.
    14. Nonacs, R. (2018). Alcohol and breastfeeding: What are the risks? Contemporary OBGYN Net December 201824-28.
    15. Oei, J-L. (2019). Risky maternal alcohol consumption during lactation decreases childhood abstract reasoning at school age. Evidence-based Nursing 22(10 p. 25. Doi: 10.1136/ebnurs-2018-102999.
    16. Gibson, L., & Porter, M. (2018). Drinking or smoking while breastfeeding and later cognition in children. Pediatrics 142(2). Doi: https://doi.org/10.1542/peds.2017-4266.

     

    Articolo originale su https://www.llli.org/breastfeeding-info/alcohol/

    Traduzione di Roberta Toppetta, Barbara Pavetto e Viktorija Jandrecic

    Revisione di Roberta Voltazza e Carla Scarsi

  • Alimentazione

    Si può fare Alimentazione“Allattando devi mangiare per due! E mi raccomando no fragole, broccoli, cioccolato, legumi, aglio, cipolla e salse piccanti. Per fare tanto latte bevi tanta acqua, latte e tisane.”

    È FALSO!

     

    Alcune credenze popolari riguardo a cosa devi o non devi mangiare sono arrivate fino a noi e ancora oggi potresti avere il dubbio su cosa puoi mangiare o bere in allattamento.

    Le mamme allattano in tutto il mondo e seguono la dieta alimentare tipica della loro cultura senza particolari conseguenze sull’allattamento. Puoi seguire i tuoi gusti e il tuo fabbisogno alimentare giornaliero; non è necessario mangiare per due e neanche privarsi di alcuni alimenti per il solo timore di poter danneggiare in qualche modo il tuo bambino. Se invece ci sono delle allergie o intolleranze in famiglia riguardo ad alcuni cibi è preferibile un’attenzione maggiore all’alimentazione.

    La quantità di latte prodotto non dipende dalla quantità di acqua, tisane o altro latte che assumi. La produzione si regola in base alla stimolazione efficace del seno e all’estrazione del latte stesso.

    Il sapore del latte varierà in base a quello che mangi, e chi l’ha detto che è salutare mangiare sempre le stesse cose? Una dieta varia, equilibrata, basata su alimenti freschi, il più vicino possibile allo stato naturale e che ti fa sentire bene è una dieta sana che farà bene anche al tuo bambino.

  • Bisogna bere latte per fare il latte?

    L’uomo è l’unico animale che consumi il latte di altre specie di animali e nell’età adulta. Nelle altre specie di mammiferi nessuna madre consuma latte: eppure tutte producono latte adatto ai bisogni dei loro piccoli. Esse ottengono tutti i nutrienti necessari per produrre il latte dalla loro alimentazione, e questo è senz’altro possibile anche per noi. È bene anche ricordarsi che ci sono popoli che tradizionalmente non consumano né latte né latticini: nella loro lingua la parola “latte” significa solo latte materno, e il concetto di latte di altri mammiferi come alimento è totalmente estraneo alla loro cultura.

    Latte e formaggi sono una parte importante della dieta di molti italiani. Non c’è bisogno di introdurre o di aumentare ulteriormente il loro consumo, specialmente se la mamma non li gradisce o non li tollera. In alcuni casi, il latte e i latticini che la madre consuma possono causare problemi di allergie e intolleranze al bambino. Questi alimenti possono anche essere eliminati dalla dieta; l’importante è fare attenzione ad assumere altre fonti di calcio.

    A tal proposito puoi consultare anche l’articolo Come posso essere sicura di assumere calcio a sufficienza, se non posso consumare latte e latticini?

    Puoi approfondire questo argomento contattando una Consulente de La Leche League e consultando le pubblicazioni de La Leche League.

  • Caffeina/caffè e allattamento

    LA CAFFEINA AVRÀ EFFETTI SUL MIO BAMBINO?LLL caffeina

    Tante mamme ci chiedono se la tazza di caffè o di té che prendono al mattino possa avere degli effetti sui bambini allattati.

     

    Può essere rassicurante sapere che è improbabile che il consumo di moderate quantità di caffeina (o teina) abbia effetti sul tuo bambino nato a termine e sano, specialmente dopo i primi mesi. Nella maggior parte dei casi, il bambino riceve solo quantità moderate di caffeina, circa l'1,5% della dose materna. (Mohrbacher, 2020, pag. 566).

    L'European Food Safety Authority (Autorità europea per la sicurezza alimentare) (2020) afferma che l’assunzione giornaliera di 2 tazze di caffè (200 mg di caffeina) è sicura in allattamento. I Centers of Disease Control and Prevention (CDC) statunitensi affermano che 300 mg o meno al giorno, 2-3 tazze di caffè, sono accettabili.

    (NdR: Una tazzina di caffè preparato con la moka contiene circa 100-150 mg di caffeina, a fronte di 60-80 mg contenuti in una tazzina di caffè espresso.)

    Tuttavia, la caffeina è uno stimolante del sistema nervoso centrale, quindi può essere utile prendere in considerazione quanto segue:

     

    IL MIO BAMBINO HA PIÙ PROBABILITÀ DI ALTRI DI REAGIRE ALLA CAFFEINA?

    I bambini prematuri, sotto i sei mesi, o che hanno altri problemi di salute, hanno più probabilità di mostrare sintomi, perché impiegano più tempo per eliminare la caffeina dal loro corpo. (Hale 2019).

    I livelli di caffeina raggiungono il picco nel latte da una a due ore dopo l'ingestione.

     

    QUALI SINTOMI POTREBBE AVERE IL MIO BAMBINO?

    I bambini che stanno reagendo all'assunzione di caffeina possono essere insolitamente irritabili, nervosi o svegli. Potrebbero avere più difficoltà a rimanere addormentati.

     

    QUALI ALTRE BEVANDE E ALIMENTI POSSONO CONTENERE CAFFEINA?

    La caffeina si trova in molti alimenti e bevande oltre al caffè e al té:

    • Cibi/bevande:
        • Cacao/cioccolato
        • Caffè (il caffè decaffeinato contiene il 3% di caffeina)
        • Té (té nero, té verde e altri té alle erbe. Il té verde Matcha contiene molta più caffeina degli altri té verdi. Alcuni té sono senza caffeina).
        • Bevande energetiche
        • Bibite gassate
        • Sport drinks
        • Acqua aromatizzata
    • Farmaci (da banco e su prescrizione):
        • Antidolorifici - Compresse per i dolori mestruali
        • Integratori per la perdita di peso

    La caffeina porebbe non essere indicata in etichetta se si trova naturalmente nel cibo o nella bevanda.

     

    Altre fonti di caffeina che possono apparire su un'etichetta sono:

        • Guaranà
        • Yerba Mate
        • Noci di cola/Cola

    (Reyes, Cornelis 2018)

     

    Un elenco aggiornato del contenuto di caffeina negli alimenti e nelle bevande è elencato qui. https://cspinet.org/eating-healthy/ingredients-of-concern/caffeine-chart

    Se hai il dubbio che un prodotto contenga caffeina, controlla l'etichetta, se è disponibile. Alcune bevande come caffè, té e cola contengono sempre caffeina, a meno che non siano etichettate diversamente.

     

    QUANTA CAFFEINA POSSO CONSUMARE IN SICUREZZA?

    Fino a 200-300 mg di caffeina, o circa 2-3 tazze di caffè, sono considerati sicuri durante l'allattamento (EFSA, 2020; CDC, 2020). Secondo la Mayo Clinic, una tazza media di caffè da 226 g (8 once) contiene 95-165 mg di caffeina e una tazza di té nero da 226 gr (8 once) può contenerne 25-48 mg.  La forza del caffè (o di altre bevande che contengono caffeina) può essere diversa secondo il tipo, quindi può essere utile controllare le dimensioni della porzione e le etichette nutrizionali, prima di bere.

     

    COSA POSSO PROVARE A FARE SE PENSO CHE IL MIO BAMBINO STIA REAGENDO ALLA CAFFEINA?

    Se sospetti che il tuo bambino stia reagendo all'assunzione di caffeina, potresti sospendere l’uso delle bevande che la contengono, assumendo bevande senza caffeina per due o tre settimane (Mohrbacher 2020). Questo darà abbastanza tempo al tuo corpo di smaltire la caffeina e potrai giudicare se la caffeina stia influenzando il tuo bambino. È meglio ridurre l'assunzione di caffeina lentamente, dato che si può avere mal di testa se si smette troppo in fretta. Quando i bambini diventano più grandi, possono essere meno influenzati dalla caffeina.

     

     

    BIBLIOGRAFIA

    Hale, T. W. (2019). Medications & Mothers’ Milk. New York, NY: Springer Publishing Company, LLC. 2019

    Mayo Clinic Staff. (n.d.). Caffeine content for coffee, tea, soda and more. Retrieved from https://www.mayoclinic.org/healthy-lifestyle/nutrition-and-healthy-eating/in-depth/caffeine/art-20049372

    Mohrbacher, Nancy. Breastfeeding Answers: A Guide for Helping Families, Second Edition, Nancy Mohrbacher Solutions, Inc. 2020

    European Food Safety Authority (EFSA), Parma, Italy, Scientific Opinion on the Safety of Caffeine, EFSA Panel on Dietetic Products, Nutrition, and Allergies (NDA)2 

    https://www.efsa.europa.eu/sites/default/files/consultation/150115.pdf 
    (visitato l'11 giugno 2021)

    CDC, Maternal Diet, October 2020 https://www.cdc.gov/breastfeeding/breastfeeding-special-circumstances/diet-and-micronutrients/maternal-diet.html (visitato l'11 giugno 2021)

    Infant Risk Center at Texas Tech University Health Sciences Center, Breastfeeding, Caffeine, and Energy Drinks, April 2021 https://www.infantrisk.com/content/breastfeeding-caffeine-and-energy-drinks (visitato l'11 giugno 2021).

    Healthline, How Much Caffeine Is in Decaf Coffee? Settembre 2018
    https://www.healthline.com/nutrition/caffeine-in-decaf (visitato l'11 giugno 2021)

    Center for Science in the Public Interest, Caffeine Chart, Dicembre 2020-Febbraio 2021 https://cspinet.org/eating-healthy/ingredients-of-concern/caffeine-chart (visitato l'11 giugno 2021)

     

    Articolo originale pubblicato su https://www.llli.org/breastfeeding-info/caffeine/
    Traduzione e adattamento di Roberta Voltazza e Elena Fumagalli
    Giugno 2021

  • Ci sono alimenti che fanno male al bambino allattato? Che gli fanno venire le coliche o che rendono sgradevole il sapore del latte?

    Pochi sono gli alimenti cui porre una particolare attenzione, nonostante abbondino i consigli e le proibizioni; infatti, ogni cultura ha i “suoi” alimenti proibiti in allattamento, spesso non vietati in un’altra. La chiave è naturalmente quella di non strafare con nessun alimento. La soluzione risiede nella varietà: se si varia, bisogna per forza diminuire le quantità di ogni singolo alimento.

    L’unica eccezione a questa regola è quando esiste il fondato sospetto che il cibo in questione possa causare allergie o intolleranze nella mamma o nel bambino. A volte i principali imputati sono proprio i cibi “preferiti”, o che sono consumati in quantità maggiori rispetto agli altri: spesso sono quelli implicati nelle allergie. In ogni caso sarà bene escludere l’alimento sospetto dalla dieta materna osservando le reazioni e cercare di reintrodurlo con gradualità dopo un certo lasso di tempo.

    Una modesta quantità di caffè (una-due tazzine al giorno) è solitamente ben tollerata dai bambini. È bene ricordare che la caffeina è presente anche in molte bevande (per esempio le le bevande industriali analcoliche), come anche che esistono sostanze analogamente eccitanti (la teina nel té, la teobromina nel cioccolato); non c’è un divieto assoluto a consumarle, però è valida la regola di limitarne il consumo totale.

    L’alcool è una sostanza che si trasferisce con rapidità ed efficacia nel latte materno, e quindi al bambino. Mezzo o un bicchiere di vino al giorno, consumati insieme al pasto hanno un effetto assai minore di qualcosa di più alcoolico consumato lontano dai pasti e sono solitamente permessi alla madre che allatta, anche se sarebbe più sicuro non assumerne affatto. La stessa regola vale per il consumo di birra, sfatando la vecchia e dannosa credenza che la birra faccia latte.

    Puoi approfondire questo argomento contattando una Consulente de La Leche League e consultando le pubblicazioni de La Leche League.

  • Ci sono alimenti particolari consigliati o sconsigliati nella dieta della mamma che allatta?

    Non esistono cibi particolari che favoriscano la formazione del latte; questa è determinata dalla suzione del bambino. Il corpo della donna utilizza l’insieme degli alimenti consumati, integrandoli ad altri elementi nutritivi immagazzinati al suo interno, per produrre il latte. In effetti, ciò significa che il latte si forma sempre con componenti più o meno costanti, ma se la dieta della madre non è adeguata, in casi estremi, sarà lei a pagarne le spese. Si è visto che anche in condizioni al limite della malnutrizione, in paesi molto poveri, il latte prodotto dalla madre soddisfa comunque i bisogni del figlio per una crescita adeguata se l’allattamento è a richiesta. La stragrande maggioranza delle donne occidentali non ha problemi di questo genere.

    In sostanza, si è visto che non si deve mangiare per forza alcun alimento in particolare (e nemmeno bere litri di acqua!), specie se si tratta di qualcosa a cui la mamma non è abituata o che non le piace. Praticamente tutti gli elementi nutritivi si trovano in vari tipi di alimenti e se non si consuma un alimento che contiene elementi importanti, si può ottenere lo stesso elemento da uno o più cibi alternativi. Quindi, in una donna sana una dieta variata e bilanciata è importante non tanto per avere latte per il bambino, quanto per non incorrere in carenze nella donna stessa.

    In alcuni casi, per esempio se c’è un’intolleranza da parte della madre a latte e latticini, è bene che lei si assicuri un apporto adeguato di calcio da altre fonti nella propria dieta.

    Per approfondimenti:Bisogna bere latte per fare il latte?

    Puoi approfondire questo argomento contattando una Consulente de La Leche League e consultando le pubblicazioni de La Leche League.

  • Come faccio a dimagrire in modo sano mentre allatto?

    Molte donne si preoccupano di come tornare al loro peso pre-gravidanza nel più breve tempo possibile. Per ottenere questo e affinché l’utero torni al suo stato normale, possono essere necessari alcuni mesi e in certi casi anche più di un anno. Parte del peso che una donna acquisisce in gravidanza è “immagazzinato” per mettere a disposizione calorie extra, necessarie per l’allattamento, le quali vengono poi consumate con gradualità mentre la mamma nutre il bambino.

    È saggio aspettare fino a due mesi dopo il parto prima di iniziare programmi per la riduzione mirata del peso. Il tuo corpo, infatti, ha bisogno di tempo per recuperare energie dopo la fatica del parto e della gravidanza e per stabilire una buona produzione di latte. Molte mamme sono riuscite a perdere peso regolarmente semplicemente seguendo un regime dietetico “intelligente” durante l’allattamento.

    È opportuno che chiunque decida di seguire una dieta si rivolga al medico per verificare eventuali controindicazioni, o problemi di salute. Se stai allattando e desideri iniziare una qualsiasi dieta per dimagrire, ci sono numerosi fattori da tenere in considerazione.

    Una donna che sta allattando dovrebbe perdere peso lentamente. Un calo ponderale troppo rapido può rilasciare in circolazione sostanze tossiche (che prima erano immagazzinate nel grasso corporeo), che passerebbero facilmente nel latte. Ogni mamma, inoltre, necessita di abbastanza energia e nutrienti per essere in salute, attiva ed in grado di prendersi cura del bambino. Una donna che allatta non dovrebbe perdere più di 2 kg al mese.

    Per una donna che sta allattando sarebbe opportuno condurre una dieta bilanciata e varia che comprenda i principali carboidrati complessi (che si trovano nei cereali, nelle patate, ecc.), la frutta e le verdure, i cibi proteici, e solo pochi grassi e carboidrati raffinati.

    Per approfondimenti:

    Qual è la dieta ideale per la donna che allatta?

    Qualche consiglio più specifico (valido per dimagrire, ma non solo!):

    • Variare la dieta.
    • Consumare una buona quantità di frutta e verdure di stagione, possibilmente prodotti locali, che non provengano da lontano.
    • Mangiare una porzione cotta e una cruda di verdure a pranzo e altrettanto a cena.
    • Cercare di mangiare le verdure crude; altrimenti, cuocerle il meno possibile, e in poca acqua di cottura che si può far riassorbire o riutilizzare. In questo modo si risparmia tempo e si preserva il contenuto di vitamine.
    • Non aggiungere grassi alla dieta, o utilizzarne solo una quantità ridotta e misurata. Ridurre il condimento dell’insalata. Il succo di limone e il sale aromatizzato sono ottimi per condire le verdure vegetali.
    • Preferire i grassi insaturi (oli vegetali spremuti a freddo e usati possibilmente a crudo) a quelli saturi (grassi animali, burro, margarina). Eliminare il grasso visibile dalle carni ed evitare i tagli di carni grasse.
    • Cercare di mangiare la minor quantità possibile di cibi raffinati o lavorati. Sostituire la farina bianca con quella integrale - non solo contiene più fattori nutritivi, ma anche sazia di più; lo stesso avviene se si sostituisce alla pasta i cereali integrali. Evitare il più possibile i formaggini e i cibi a lunga conservazione o molto lavorati industrialmente.
    • Ridurre gli zuccheri. Anche lo zucchero integrale di canna e il miele contengono calorie di cui non c’è bisogno.
    • Non mangiare dolci e dessert se non in occasioni speciali. Come dessert la frutta è migliore, oltre ad essere un ottimo spuntino a metà mattina o a merenda.
    • Usare latte scremato al posto di quello intero o parzialmente scremato. Lo stesso vale per lo yogurt.
    • Una passeggiata di mezz’ora una o due volte al giorno è un ottimo esercizio fisico e contribuirà a tenere su il morale, inoltre brucerà diverse calorie se fatta con un buon passo. Farà bene alla mamma e al bambino stare all’aria aperta. È possibile fare ginnastica a casa, con o senza il bambino, e spesso ci sono occasioni per attività sportive nei paraggi. In molte città ci sono anche corsi per mamme con i loro bambini, e perfino corsi di ginnastica con il passeggino!

    Ricordati che hai impiegato nove mesi per aumentare di peso. Concediti almeno altrettanto tempo per perderlo lentamente e con costanza.

    Puoi approfondire questo argomento contattando una Consulente de La Leche League e consultando le pubblicazioni de La Leche League.

  • Come posso essere sicura di assumere calcio a sufficienza, se non posso consumare latte e latticini?

    In tutte le specie di mammiferi gli individui adulti si procurano il calcio necessario da altri cibi che non siano i latticini; anche per l’essere umano questo è possibile.

    Naturalmente il calcio è sempre un elemento importante di una dieta equilibrata. Latte e latticini sono una fonte importante di calcio nella dieta tradizionale italiana; ma questi alimenti non hanno sempre occupato il ruolo attuale, ed esistono altre fonti validissime, tra cui:

    • Latte di altri animali: molti bambini che hanno intolleranze che portano la mamma a rinunciare al latte e ai formaggi vaccini, non hanno invece la stessa sensibilità nei confronti del latte di pecora o di capra e dei relativi formaggi.
    • Pesce con le spine: molte donne si assicurano una ricca fonte di calcio consumando pesci tipo salmone o sgombro in scatola, comprese anche le spine che, grazie alla lavorazione, diventano molto facili da masticare. Anche la pasta d’acciughe prodotta da acciughe intere (anche casalinga) contiene un’alta percentuale di calcio.
    • I cibi non raffinati (integrali), in particolare i farinacei, forniscono quantità di calcio maggiori dei cibi raffinati. Le verdure verdi ne sono ricche ed altre verdure contengono piccole quantità di calcio che, sommate a tutte le altre fonti di calcio nella dieta, diventano considerevoli.
    • I semi oleosi e la frutta secca (es. mandorle, noci, nocciole, fichi secchi) che contengono calcio in buone quantità, vengono consigliati spesso alle mamme che allattano. Può essere utile non esagerare con le quantità se si desidera dimagrire, perché contengono molti grassi!
    • In molte zone d’Italia l’acqua è ricca di calcio, in una forma che il corpo può utilizzare e semplicemente bevendo un litro e mezzo, due litri d’acqua del rubinetto al giorno ci si può assicurare quasi la metà del fabbisogno giornaliero di calcio (ed è da sfatare il mito che l'acqua del rubinetto concorre a formare calcoli ai reni).

    Diversi cibi tradizionalmente raccomandati in allattamento lo sono perché possono essere ricchi in calcio; per esempio, il brodo di gallina, cotto bene e a lungo in modo di far ammorbidire le ossa. In diverse parti del mondo, i popoli che tradizionalmente non consumano latticini (o ne usano solo piccole quantità) utilizzano altre fonti vegetali o altri modi per aggiungere minerali al cibo e arricchirlo di calcio, per esempio:

    • Il sesamo ne è molto ricco, e oltre al consumo in semi si trova per esempio come tahin (pasta di semi di sesamo) e gomasio (un sostituto del sale che contiene sesamo e sale). I semi, che si possono aggiungere a molti alimenti, devono essere masticati molto bene per rendere pienamente biodisponibile il calcio.
    • Il tofu, o formaggio di soia, spesso è cagliato utilizzando una sostanza ricca di calcio, ed è un componente tradizionale dell’alimentazione in Giappone e Cina, sempre più facilmente reperibile anche da noi.
    • L’uso abituale di alcuni tipi di alghe (ad esempio la wakame), di condimenti quali il miso e il tamari o lo shoyu possono anch’essi contribuire ad arricchire la nostra alimentazione di calcio e di molti altri minerali utili alla mamma che allatta.

    Puoi approfondire questo argomento contattando una Consulente de La Leche League e consultando le pubblicazioni de La Leche League.

     

  • Il latte subisce variazioni a seconda della dieta della madre?

    Alcune componenti del latte sono praticamente inalterate da una poppata all’altra e da una donna all’altra; altre invece variano, non sempre a causa della dieta materna. Questo assicura nell’arco della giornata un’alimentazione appropriata per una crescita sana e uno sviluppo ottimale del bambino. Sappiamo per esempio che il tipo di grassi nel latte materno è facilmente collegabile al tipo di grassi che la madre consuma, ma l’apporto calorico totale del latte materno subisce poche variazioni. Se il bambino è allattato a richiesta, può regolare da sé il consumo di calorie per soddisfare i suoi bisogni.

    Il bambino si abitua gradualmente al sapore dei cibi mangiati in famiglia, perché li assaggia prima tramite il liquido amniotico e poi tramite il latte materno. Molti dei nostri pregiudizi che determinano preferenze o divieti sono culturali; infatti, alimenti considerati inadatti o anche nocivi in alcune culture, in altre sono normalmente raccomandati alle madri che allattano.

    Puoi approfondire questo argomento contattando una Consulente de La Leche League e consultando le pubblicazioni de La Leche League.

  • In famiglia ci sono casi di allergie alimentari. Quale effetto hanno sull'allattamento?

    Le sostanze contenute nel tuo latte rivestono l'interno dell'intestino del bambino, impedendo che microscopiche particelle di cibo penetrino nel suo sangue. Se passano nel sangue (cosa più frequente nel bambino nutrito artificialmente), i globuli bianchi possono trattare queste piccole particelle di cibo come sostanze estranee e attaccarle provocando dolorose e dannose reazioni allergiche, come diarrea, infiammazioni nella "zona pannolino", al naso o agli occhi, eruzioni cutanee ed eczema, oppure possono rendere il bambino irrequieto e insonne.

    Se a te o ad altri membri della famiglia materna e paterna sono state diagnosticate delle allergie, è bene evitare i cibi a cui sapete di essere sensibili, fin da quando il bambino è ancora piccolo. È utile anche allattare frequentemente.

    Per esempio, se hai problemi con i latticini, le proteine del latte vaccino presenti nel tuo latte possono causare problemi anche al tuo bambino. Ci sono tuttavia buone probabilità che il bambino allattato non sviluppi in seguito intolleranze a questi cibi. Questo perché l'allattamento diminuisce le possibilità che il bambino diventi sensibile agli allergeni. Gli allergeni più comuni comprendono latticini, frumento, agrumi, grano, nocciole e molluschi. Prova ad eliminarli dalla tua dieta, uno per volta, e vedi se lo stato di salute del tuo bambino migliora. Possono essere necessari fino a dieci giorni per eliminarne ogni traccia dal suo organismo. Se tu o il bambino state assumendo integratori di vitamine o di minerali, il bambino potrebbe essere sensibile al ferro, o a conservanti e coloranti in essi contenuti. Gli integratori di vitamine e fluoro non sono più consigliati per bambini al di sotto dei sei mesi.

    Sebbene non sia un allergene, la caffeina può rendere il bambino irrequieto e insonne. Puoi diminuire il consumo di caffè, tè e cioccolato e vedere se la situazione migliora.

    Puoi approfondire questo argomento contattando una Consulente de La Leche League e consultando le pubblicazioni de La Leche League.

  • Integratori: ho bisogno di assumerne durante l’allattamento?

    Da sempre si sente dire che la madre che allatta dovrebbe mangiare per due. Si vedono pubblicità di integratori per mamme che allattano, con l’intento dichiarato di assicurarsi che la mamma che allatta stia assumendo abbastanza nutrienti per produrre un latte che contenga tutte le sostanze necessarie per crescere un bambino sano. L’implicazione è che le mamme debbano assumere questi prodotti per essere sicure che il latte sia abbastanza nutriente. È vero? Gli integratori sono veramente necessari?

    La risposta è che la stragrande maggioranza delle donne riesce ad ottenere tutto ciò di cui ha bisogno con una dieta sana. In alcuni casi però, dove per qualche motivo la salute della madre non è buona o dove la dieta è carente di alcuni elementi nutritivi, è utile integrare con gli elementi mancanti, dopo una valutazione accurata da parte del medico curante.

    Gli integratori vengono anche raccomandati per aumentare la produzione di latte, che aumenta in realtà unicamente aumentando la stimolazione del seno e dell’ipofisi più volte al giorno. Investire soldi negli integratori sperando che miracolosamente aumenti la produzione di latte o che renda disponibili tutti i nutrienti necessari a produrre un latte “buono” è un comportamento indotto dal marketing.

    Per approfondimenti:

    Anatomia di un seno al lavoro

     

    Puoi approfondire questo argomento contattando una Consulente de La Leche League e consultando le pubblicazioni de La Leche League.

  • La mia dieta non è per nulla perfetta; posso allattare lo stesso?

    Di solito la risposta a questa domanda è sì. Non sarebbe poi una brutta idea, naturalmente, cercare di migliorare la dieta! La stragrande maggioranza delle donne che allattano nel mondo segue diete che non sono perfette. Il concetto di “perfetto” può variare da donna a donna, da famiglia a famiglia, da cultura a cultura e anche in rapporto alla situazione economica, alla religione e alla stagione.

    Eppure, quasi sempre, in tutto il mondo, e in tutte le epoche, anche in situazioni di privazioni evidenti, il latte che la mamma produce fa crescere bene il bambino. La sopravvivenza dei piccoli è sempre al primo posto nelle leggi della natura e quindi se l’alimentazione è in qualche modo carente, le risorse necessarie sono attinte dalle riserve materne; poiché la salute della donna trae molti benefici dall’allattamento, perché non migliorarla ulteriormente con un’alimentazione più sana?

    Puoi approfondire questo argomento contattando una Consulente de La Leche League e consultando le pubblicazioni de La Leche League.

  • Posso seguire una dieta vegetariana mentre allatto?

    Una dieta vegetariana che comprenda latticini e/o uova non presenta problemi per l’allattamento. Quando la dieta non contiene nessun prodotto di derivazione animale, come nel caso di alcuni tipi di diete vegan e macrobiotiche, è bene assicurarsi che il fabbisogno di vitamina B12 sia soddisfatto. Questa vitamina è principalmente derivata da cibi animali e i segni di carenza nel latte non sono sempre preceduti da segni di carenza nella madre. In questo caso è necessario l’uso di integratori contenenti la vitamina B12.

    Le ricerche hanno dimostrato che il latte di donne vegetariane tende ad avere un tasso più basso di inquinanti ambientali, come i PCB, in confronto al latte di altre donne. Gli inquinanti ambientali sono immagazzinati principalmente nei tessuti adiposi, e le diete vegetariane tendono a contenere meno grassi in confronto a diete che contengano più prodotti animali.

    Puoi approfondire questo argomento contattando una Consulente de La Leche League e consultando le pubblicazioni de La Leche League.

  • Qual è la dieta ideale per la donna che allatta?

    La dieta ideale per la donna che allatta è semplicemente la dieta ottimale per tutti gli esseri umani. Nella realtà di tutti i giorni, poi, la maggior parte di noi ha abitudini alimentari “non perfette”, ma comunque abbastanza adeguate; quindi è importante ricordare che la donna che non segua rigorosamente un’alimentazione secondo le indicazioni che seguono, può benissimo allattare con successo. In tutto il mondo le donne allattano pur non seguendo diete ottimali, eppure, quasi sempre, i loro figli crescono adeguatamente e ricevono tanti benefici per la loro salute dall’allattamento. L’allattamento è un meccanismo che la natura ha programmato in modo che funzioni anche in situazioni di stress e privazioni di vario genere. Naturalmente, una buona alimentazione aiuta la madre a tutelare la propria salute, fattore molto importante da tenere in considerazione.

    In linea di massima e come principio generale, la dieta sana, sia per la mamma che allatta sia per la maggior parte delle altre persone, è la stessa: varia, equilibrata e naturale. Le variazioni individuali esistono in tutti i casi.

    Varia significa che è bene includere nella dieta un assortimento di alimenti di tipi diversi, senza eccezioni particolari tranne nel caso di sensibilità specifiche. In ogni caso, se la dieta varia da pasto a pasto, da giorno a giorno e da stagione a stagione, includendo i differenti tipi di alimenti ogni giorno, gli effetti che potrebbero essere causati dall’assunzione continuata e abbondante di un determinato cibo vengono minimizzati.

    Ecco i gruppi principali di alimenti che fanno parte della nostra alimentazione quotidiana, con alcuni suggerimenti su come variare la dieta:

    • Verdure fresche (preferibilmente di stagione) di tutti i tipi, consumate crude e cotte, senza particolari eccezioni;
    • Cereali diversi (grano, riso, granoturco, orzo, miglio, ecc.) preferibilmente integrali, nelle varie forme, interi e spezzati, nonché semolino e farina (e prodotti derivati, come pane e pasta);
    • Alimenti proteici di origine animale (latte e formaggi, uova, carne e pesce) e/o vegetale (lenticchie, fagioli, soia, ecc.);
    • Frutta (fresca e secca) di tutti i tipi;
    • Piccole quantità di grassi, preferibilmente crudi e dando la preferenza agli oli vegetali spremuti a freddo.

    L’equilibrio della dieta si raggiunge grazie anche alla varietà, cercando di utilizzare diversi tipi di alimenti e variando tra i cibi all’interno di ogni gruppo. Una dieta composta da un po’ di tutto è più facilmente equilibrata di una dieta monotona. Inoltre alcuni alimenti si completano a vicenda, come ad esempio nel caso della ben conosciuta complementarità di legumi e cereali integrali, che se mangiati insieme sono perfettamente bilanciati nell’apporto proteico.

    Infine, molte vitamine e minerali non sono utilizzabili al meglio dal nostro corpo se non sono presenti contemporaneamente altre vitamine e minerali (ad esempio, il ferro viene meglio assimilato in presenza di vitamina C). D’altra parte, un eccesso di alcuni fattori nutritivi, per esempio un eccesso di proteine (in particolare di origine animale), porta il corpo a eliminare quantità maggiori di vitamine e minerali nelle urine.

     La parola “naturale” può avere molti significati.

    • I cibi freschi non solo hanno un gusto migliore, ma forniscono più vitamine, sono meno soggetti a processi ossidativi (rancidità) o danni dovuti ad una conservazione in condizioni non ideali (ad esempio crescita di miceti (muffe) con conseguente produzione di aflatossine. Meno tempo passa tra la raccolta del cibo e l’utilizzo alimentare, tra la macinazione del grano e il consumo della farina, tra la spremitura dell’olio e il suo uso, più sano è il cibo.
    • Senza l’aggiunta di conservanti e coloranti artificiali. L’uso di conservanti allunga la vita commerciale dell’alimento, ma spesso semplicemente nasconde ai nostri sensi gli effetti dei processi naturali di deperimento. Il conservante stesso non giova alla nostra salute, e il cibo è comunque meno nutriente di quello fresco. Gli aromi e i coloranti hanno anch’essi un’utilità commerciale, quando si vuole mantenere una caratteristica attraente per un cibo che rimane confezionato per un certo tempo, prima di essere trasportato, messo in vendita, portato a casa e consumato. Esistono altri additivi, usati allo scopo di ottenere maggiore morbidezza, o friabilità, o di esaltare i sapori; non sempre causano reazioni, tuttavia sono indice del fatto che il cibo è stato comunque lavorato rispetto al suo stato originario.
    • Un alimento integrale è quello che ha subito poca lavorazione; conserva tutti gli elementi presenti in origine, non vengono eliminate parti, non viene “raffinato”. Siamo abituati a mangiare pane e pasta prodotti da farina bianca di grano, da cui sono stati eliminati la crusca e il germe; riso bianco e brillato; sale e zucchero bianco raffinato; oli raffinati con il calore o con procedimenti chimici. Spesso i cibi prodotti con queste farine vengono arricchiti con alcune delle stesse sostanze (solitamente vitamine) che il cibo ha perso durante questa raffinazione! Inoltre, negli ultimi anni sono aumentate le nostre conoscenze sull’importanza delle fibre alimentari (necessarie alla salute del nostro intestino), che vengono eliminate anch’esse durante la raffinazione.

    I cibi contengono meno sostanze inquinanti quando sono coltivati in situazioni che limitino l’utilizzo di pesticidi, insetticidi, concimi chimici ecc.

    Ovviamente, la dieta “ideale” è soggetta a variazioni regionali e culturali, preferenze personali e cambiamenti stagionali, quindi le diete di due donne che allattano potrebbero essere molto diverse fra loro, eppure entrambe perfettamente adeguate: la chiave è nella varietà e genuinità dei cibi. In pratica, questo significa che le mamme che allattano possono mangiare come hanno sempre fatto in precedenza, al limite migliorando l’alimentazione per assicurarsi una dieta ben equilibrata, adeguata e sana. Può essere un’ottima occasione per migliorare l’alimentazione di tutta la famiglia, in vista del fatto che dopo pochi mesi anche il figlio inizierà a mangiare con i genitori: quale modo migliore per insegnare abitudini alimentari sane?

    Inoltre è facile andare al mercato o al supermercato e guardarsi intorno, ed è raro non trovare una buona selezione di prodotti alimentari. In molte città ci sono anche negozi o aziende che vendono cibi biologici e integrali. Non limitarti ai cibi e piatti che conosci già! Si può sperimentare con cereali, verdure, frutta e fonti proteiche diverse, cercando nuovi metodi di preparazione di cottura e di combinazioni. Spesso la preparazione più semplice è anche quella più gustosa. Sono disponibili anche molti libri di cucina con idee per utilizzare in modo diverso i cibi che conosciamo, e per preparare alimenti nuovi. Il limite è dettato solo dalla tua fantasia!

    Puoi approfondire questo argomento contattando una Consulente de La Leche League e consultando le pubblicazioni de La Leche League.

  • Quante calorie in più ho bisogno di assumere quando allatto?

    Dipende da quante riserve il tuo corpo ha accumulato e dal tuo livello di attività. Mentre spesso si raccomanda alla donna che allatta di consumare 500 calorie al giorno in più rispetto al suo consumo pre-gravidanza, le ricerche indicano che questo potrebbe essere troppo per alcune donne, mentre in altri casi potrebbe non essere sufficiente.

    La donna che allatta ha bisogno di aumentare, seppure in minima parte, non solo l’apporto calorico ma l’intero apporto nutritivo, per soddisfare la richiesta aggiuntiva dovuta alla sintesi del latte. Conducendo una dieta equilibrata, l’aumento di calorie si accompagnerà anche all’aumento di tutti gli altri elementi nutritivi.

    E l’aumento del tuo appetito ti permetterà di regolarti sull’aumento delle quantità.

    Poiché la maggior parte delle donne alla fine della gravidanza ha alcuni chili in più che andranno smaltiti gradualmente durante l’allattamento (probabilmente la natura provvede alle scorte di grasso proprio per questo motivo), non c’è bisogno che la richiesta di calorie in più sia soddisfatta totalmente dalla tua dieta.

    Puoi approfondire questo argomento contattando una Consulente de La Leche League e consultando le pubblicazioni de La Leche League.

  • Quanto devo bere per produrre abbastanza latte? Ci sono bevande che ne favoriscano la produzione?

    In genere è sufficiente bere abbastanza da soddisfare la sete e assicurarsi che le urine non siano troppo scure. Di solito, una donna che allatta sente subito sete quando inizia la poppata e se fa in modo di avere sempre un bicchiere (o una bottiglietta) d’acqua vicino a sé in questi momenti, soddisfa gran parte del suo bisogno d’acqua. Bere troppo non solo può essere sgradevole, ma non serve ad aumentare la produzione di latte.

    Le tisane sono per molte donne un piacevole modo di aggiungere liquidi alla dieta, ma se il bambino non svuota regolarmente il seno, non possono di per sé far aumentare la produzione di latte. Leggi l’articolo Anatomia di un seno al lavoro. Dosi eccessive di tisane possono al contrario comportare rischi per la salute della madre e del bambino; contengono sostanze neurologicamente attive e vanno utilizzate con cautela.

    Per tutte le bevande è utile considerare la quantità e il tipo delle altre sostanze presenti, come per esempio zuccheri, gas disciolti, eccitanti, aromi e coloranti, sia per l’effetto sul bambino che sulla madre.

    Puoi approfondire questo argomento contattando una Consulente de La Leche League e consultando le pubblicazioni de La Leche League.