Le opinioni e le esperienze in questo campo variano tra loro, ma molte donne hanno trovato utili i trattamenti per i capezzoli piatti o introflessi e molti esperti di allattamento continuano a consigliarli.
Questi esperti non sono d'accordo tra loro riguardo l'importanza dello screening di tutte le donne in gravidanza, allo scopo di rilevare la presenza di capezzoli piatti o introflessi, o sulla necessità di prescrivere a tutte le donne interessate trattamenti di preparazione preventiva. Ad esempio, il British Royal College of Midwives (Collegio Reale Britannico delle Ostetriche) sostiene che i cambiamenti ormonali che avvengono durante la gravidanza e il parto possono portare alla protrusione spontanea del capezzolo in molte donne. Sebbene il trattamento dei capezzoli piatti o introflessi nel corso della gravidanza sia oggetto di discussione, se il neonato incontra difficoltà ad attaccarsi ad un capezzolo piatto o introflesso, potreste trovare utili uno o più di questi suggerimenti.
I modellatori di capezzolo
Si indossano sotto al reggiseno e aiutano a far protrudere meglio i capezzoli piatti o introflessi. I modellatori sono formati da due parti e sono in materiale plastico. La parte interna ha un foro in corrispondenza del capezzolo e la pressione sul tessuto che circonda il capezzolo lo spinge verso l'esterno.
I modellatori si possono usare già dalla gravidanza e sfruttano l'aumento naturale dell'elasticità della pelle in questi mesi applicando una pressione delicata ma costante sulle aderenze sottostanti (tessuto connettivo) per far protrudere il capezzolo. Dopo il parto, i modellatori si indossano per una mezz’ora prima delle poppate. Non vanno indossati di notte e il latte che si raccoglie al loro interno non deve essere utilizzato perché può contaminarsi.
La tecnica di Hoffman
Questa procedura contribuisce ad allentare il tessuto connettivo alla base del capezzolo e può essere utilizzata sia durante la gravidanza sia dopo il parto. Appoggiare i pollici alla base del capezzolo (non sull'areola ma esattamente alla base del capezzolo). Premere con decisione verso la cassa toracica e contemporaneamente allontanare i pollici. Questa manovra contribuisce a distendere il capezzolo e ad allentare le rigidità nei tessuti alla base del capezzolo stesso, spingendolo gradualmente a muoversi verso l'alto e verso l'esterno. Ripetere questo esercizio da due fino a cinque volte al giorno, spostando i pollici attorno alla base del capezzolo.
Il tiralatte
Dopo il parto, è possibile usare un tiralatte efficace (per ulteriori informazioni "Come si sceglie un tiralatte?") per far sporgere il capezzolo subito prima della poppata e facilitare l'attacco del bambino. E’ possibile usare il tiralatte anche in altri momenti della giornata per allentare le rigidità del tessuto connettivo alla base del capezzolo, applicando una pressione uniforme che parta dal centro del capezzolo stesso.
La siringa invertita
Funziona così: prendi una siringa normale, da 10ml e taglia con una lametta la parte conica, dove si mette l’ago. Si inserisce lo stantuffo dalla parte tagliata mentre l’altra si appoggia sul capezzolo. Infine tiri delicatamente lo stantuffo per mantenere l’aspirazione. Eventualmente, se non si vuole o non si riesce a tagliare la parte conica, si può semplicemente aggiungere alla parte conica una camicia per vacutainer (si tratta di un cilindro di plastica a cui si raccorda al siringa senza ago).
Puoi approfondire questo argomento contattando una Consulente de La Leche League e consultando le pubblicazioni de La Leche League.